Il Brasile, la famiglia e Dio: Ayrton Senna diventa leggenda

Pubblicato il 30 Aprile 2015 alle 11:16 Autore: Stefano Merlino

Bologna, 1 maggio 1994: all’Ospedale Maggiore muore Ayrton Senna, uno sportivo immenso e considerato il più forte pilota di Formula 1 mai esistito. Quella assurda domenica di 21 anni fa, in quella maledetta curva Tamburello del circuito di Imola, il grande Ayrton ci salutava per sempre, dopo aver vinto tutto e aver scritto la storia di uno sport affascinante ma pericolosissimo. Ieri vi abbiamo raccontato della sfortunata avventura alla Lotus, macchina velocissima in prova ma inaffidabile in gara. Nel 1988 però, la svolta per il pilota brasiliano con il passaggio alla McLaren: da quell’anno inizierà ufficialmente il duello più spettacolare di sempre, quello con Alain Prost. Non mancheranno anche i momenti difficili per Senna, nei quali pensa al ritiro dalle corse..

Il Brasile, la famiglia e Dio

L’inverno del 1989 è il più duro per il brasiliano che pensa anche al ritiro dalle corse, dopo essere stato ingiustamente squalificato dalla FIA e dopo aver perso, forse, la voglia di vincere. In Brasile, immerso dall’affetto della sua famiglia, ritrova la voglia di correre e, soprattutto, sé stesso grazie alla smisurata fede e a quel particolare rapporto con Dio. Le stagioni 1990 e 1991 sono un autentico capolavoro di velocità e pazzia, ma anche di freddezza e razionalità, con un’impresa dietro l’altra. Senna, con il suo inconfondibile stile di guida, diventa il pilota più amato della Terra e il suo Brasile, distrutto dalla fame e dalla miseria, ritrova il sorriso nel vederlo trionfare.

senna-dio

I trionfi iridati e l’impegno nel sociale

Il pilota della McLaren scrive una tra le più belle pagine della storia della Formula 1 quando, nel 1991, davanti ai suoi tifosi, nel GP del Brasile, trionfa dopo aver condotto buona parte della gara con un serio problema al cambio. Salito sul podio, dopo essere svenuto a causa della fatica, Ayrton trova la forza per alzare al cielo la coppa grazie alla sua gente che grida il suo nome. Nel cuore del pilota, oltre a Dio, c’è spazio per il suo povero Paese e per i milioni di bambini brasiliani costretti a vivere per strada. Nasce così l’impegno, tenuto sempre nascosto, di aiutare il suo Brasile con tantissime donazioni di denaro, perché “i ricchi non possono vivere in un’isola circondata da un oceano di povertà, respiriamo tutti la stessa aria”. Infinita la saggezza dell’uomo Ayrton Senna, che ripeteva spesso ai suoi amici, “nella tua vita, non potrai mai cambiare le cose da solo, ma puoi cambiarne solo un pezzetto. Quello che faccio io per la povertà, non lo dirò mai”

L'autore: Stefano Merlino

Sono nato nel 1987 e da sempre mi piace scrivere. stefano.merlino@termometropolitico.it (Twitter: @stefano_mago)
Tutti gli articoli di Stefano Merlino →