Da Kanu a Lichtsteiner: quando il calcio è anche una questione di “cuore”

Pubblicato il 4 Novembre 2015 alle 14:15 Autore: New New

Stephan Lichtsteiner, 31enne terzino destro della Juventus e della nazionale elvetica, ad un mese dall’ operazione al cuore riassapora il rettangolo di gioco. Allegri, dopo una chiaccherata con lo svizzero, decide di mandarlo subito in campo nella sfida di Champions League di ieri sera contro il Borussia Mönchengladbach. Il difensore ripaga appieno la fiducia del mister. La sua prestazione è stata sublime e coronata dal gol del pareggio che ha permesso ai bianconeri di mettere un piede dall’altra parte della barricata.

Il 23 settembre, durante il match di campionato contro il Frosinone, lo svizzero accusa un malore, riscontrando dei problemi durante la respirazione. Dopo i controlli, che la società ha richiesto di fare, si scopre che Lichtsteiner soffre di flutter atriale, un’aritmia cardiaca benigna che richiede, però, un intervento al cuore. Scatta subito la paura tra gli addetti ai lavori e non solo. Nascono dubbi sui tempi di recupero necessari per il rientro all’attività agonistica e c’è persino chi dice che potrebbe appendere le scarpe al chiodo, ma il pendolino svizzero lascia tutti di stucco e dopo solo un mese dall’operazione, avvenuta il 2 ottobre, rientra in campo più in forma e più forte cha mai.

Jonathan_Biabiany

In passato vi sono stati altri casi di calciatori che sono stati colpiti da problemi cardiaci. Il più recente è il caso di Jonathan Biabiany, da poco tempo ritornato a calcare i campi di gioco tra le file nerazzurre dell’Inter. Quest’ultimo fu colpito da miocardite, una malattia infiammatoria che coinvolge il muscolo cardiaco.

Un altro caso, ancora, fu quello di Antonio Cassano. Nel 2011, Fantantonio, giocava tra nel Milan e gli fu diagnosticato un PFO (Forame Ovale Pervio), un’anomalia cardiaca che si verifica quando i due atrii cardiaci comunicano tra loro.

Per entrambi i giocatori, a differenza del terzino della Juventus, furono necessari diversi mesi di stop prima di poter ritornare all’attività agonistica.

Infine, uno dei primi casi, a mia memoria, fu quello di Nwankwo Kanu, che tra il 1996 e il 1998, grazie all’aiuto dell’ex patron dell’Inter, Massimo Moratti, si vide curare la malformazione congenita alla valvola aortica che gli fu scoperta.

Queste sono solo alcune delle storie, fortunatamente, a lieto fine di calciatori colpiti da problemi cardiaci, ai quali non si può certo dire che non ci mettono il “cuore” nel fare il proprio lavoro.