Atlético Madrid – Barcellona: l’ultimo atto al Vicente Calderón va ai blaugrana

Pubblicato il 26 Febbraio 2017 alle 17:18 Autore: Alessandro Faggiano
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Atlético Madrid – Barcellona: ultimo atto al Vicente Calderón

Atlético – Barcellona non è mai una partita comune. Nella storica rivalità tra le due squadre e gli incroci degli ultimi anni – tra Liga, Copa del Rey e Champions League – il Vicente Calderón ha giocato un ruolo da vero protagonista, antropomorfizzato nell’ideale dodicesimo uomo. Oggi, la storica casa dell’Atlético saluta l’eterna rivalità con i culés. Il clima di Madrid è consapevole della portata di tale evento (destinato a rimanere negli annali della storia del calcio) e regala la prima giornata dal clima primaverile di questo 2017. Le grade si riempiono con rapidità impressionante e il clima di festa si connubia con la tensione dell’ultimo atto contro i blaugrana.

Entrambe le squadre schierano il miglior undici possibile. Solo in casa Atlético, il delantero titolare delle ultime parole e autore di marcature stupende – vedi Fernando “El Niño” Torres – viene scavalcato da Kevin Gameiro, finalmente efficace sotto porta. Decisive le ultime due partite nel quale, in coppia con Antoine Griezmann, ha regalato intensità, assist e, soprattutto, gol pesanti.

Il primo tempo si caratterizza per l’inizio in pressione dell’Atlético Madrid, I ragazzi di Simeone non aspettano e spingono sull’acceleratore dal primo minuto, collezionando alcune ottime occasioni da gol. Tutto l’undici biancorosso contribuisce alla manovra. In particolare spicca l’onnipresenza di capitan Gabi. Lo storico mediano rojiblanco macina chilometri con grande intelligenza ed elargisce palloni delicati e affilati ai suoi compagni di squadra. La difesa blaugrana si dimostra tenera fino alla tre quarti, ma granitica nella propria area di rigore. Uno straordinario Umtiti, infatti, salva in più di un’occasione la compagine catalana, mettendo in ombra lo stesso Piqué. Il tridente rojiblanco crea e impensierisce Ter Stegen, sempre attento e deciso in ogni uscita e intervento. Il Barcellona preferisce optare per le ripartenze, provando a colpire in contropiede, e rallentare i ritmi quando si trova in possesso di palla nella propria metà campo. Della MSN, il migliore è sicuramente Neymar, ultimamente in grande spolvero e tanto estro. È lui il pericolo numero uno per la retroguardia biancorossa.Il brasiliano costruisce gioco e si procura una serie di punizioni da posizione interessante. Lionel Messi ci prova dal centro del limite dell’area (circa 18 metri) ma Oblak, alla sua prima apparizione dopo la lussazione alla spalla contro il Villareal, risponde presente. Sul finale, blocca un pericolosissimo colpo di testa da distanza ravvicinata del centrale blaugrana, Piqué.  Infine, viene annullato giustamente un gol a Luis Suárez per aver spinto il pallone in rete, da una mischia da terra, con una schiacciata pallavolistica. Per l’Atlético, si segnala un bolide di Griezmann dal 25 metri che impegna seriamente Ter Stegen e tante altre occasioni pericolose alle quali è mancato solo l’ultimo tocco. Il primo tempo finisce a reti inviolate ma tante emozioni, preludio di un secondo tempo al cardiopalma che incendia il Calderón.

La ripresa si apre con lo stesso canovaccio del primo: Atlético Madrid propositivo e Barcellona pronto a far male in contropiede. I biancorossi perdono in intensità e offrono il fianco ai catalani a più riprese. Lo sforzo fisico del primo tempo richiede il suo tributo e in una convulsa azione di sfondamento degli azulgrana, Rafinha la butta dentro, rasoterra in diagonale dalla destra. Tiro non potente ma estremamente velenoso. Oblak, questa volta, non può nulla. al 64esimo minuto, gli ospiti si portano in vantaggio. Tuttavia, la reazione della rojiblanca non si fa attendere. Con l’ingresso di Torres al minuto 67′, l’ Atlético ritrova animo ed energie. E così, appena tre minuti dopo, sugli sviluppi di una punizione defilata, Diego Godín trova l’inzuccata che vale il pareggio. Il Calderón ribolle e al settantesimo minuto i giochi sono di nuovo in parità. Proprio i binacorossi provano ad affondare a più riprese ma senza successo. Il Barcellona sembra avere più energie dell’avversario e comincia a spingere con maggior insistenza. Proprio dalla pressione esercitata sulla retroguardia colchonera fa cedere, per la seconda volta, la porta difesa dal portiere slovacco. Il mattatore è, ancora una volta, il pentacampione del Balón d’or, Lionel Messi. Il gol – arrivato all 83esimo – gela le speranze di vittoria dell’Atlético, che si ritrova senza la capacità di reagire con convinzione. I catalani riescono a gestire con relativa facilità gli ultimi sterili assalti dei Colchoneros, rosicchiando quanti più secondi possibili in ogni frangente disponibile. Gli azulgrana espugnano per la seconda volta consecutiva il tempio rojiblanco con lo stesso risultato, per 1-2. Ancora una volta, la pulce Messi decide l’incontro, marcando la rete decisiva nella volata finale.

Nonostante l’aritmetica lasci speranze anche ai maggiori pessimisti, la rincorsa alla prima posizione, occupata dai cugini del Real Madrid, sembra sfumare definitivamente. Ancora una volta, a tarpare le ali alla squadra di Simeone ci pensa l’equipo del vulcanico Luis Enrique. Il Barcellona si rilancia definitivamente per la vittoria finale e punta al doblete. Per l’Atlético, rimane il grande sogno della Champions: la strada che porta a Cardiff è piena di insidie ma perfettamente viabile.

L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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