US Open 2019: Berrettini gioca bene ma Rafa è di un altro pianeta

Pubblicato il 7 Settembre 2019 alle 19:19 Autore: Cesare Fabrizi

Semifinale Us Open: Berrettini gioca bene ma Rafa è di un altro pianeta.

Non è bastata un’ottima versione del tennista romano Matteo Berrettini contro Rafa Nadal. La semifinale degli US Open 2019 se l’è aggiudicata Rafa per 7-6, 6-4, 6-1. Dobbiamo comunque essere felicissimi della crescita esponenziale di Berrettini, che ha dimostrato di poter competere ai massimi livelli mondiali.

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US Open 2019, Berrettini-Nadal: la cronaca della partita

La semifinale degli US Open 2019, a guardare il risultato, può essere sembrata equilibrata nei primi due set, ma così non è stato. Troppo forte Rafa, che ha avuto in continuazione occasioni per strappare il servizio a Berrettini, con ben sei le palle break nel primo set. Quasi tutti gli scambi da fondo sono stati del maiorchino, che è riuscito a controbattere le botte violentissime dell’italiano e rimandare la pallina sempre più in profondità.

L’unico rammarico per Berrettini è stato il tie-break del primo set, dove il romano si è trovato avanti 4-0 e dove ha avuto due set point sul 6-4. L’azzurro ha sottolineato, a fine partita, l’abilità col rovescio di Nadal e la capacità di “fare male” col secondo colpo dopo il servizio. Il maiorchino, dal canto suo, ha riconosciuto il valore dell’italiano che, a suo parere, nei prossimi anni farà sicuramente strada.

Rafa in finale troverà Daniil Medvedev, che ha domato in tre set il redivivo Grigor Dimitrov e che disputerà domani notte la quarta finale consecutiva di questa sua meravigliosa estate nordamericana, la prima a livello Slam.

La crescita di Berrettini

Questo torneo, terminato per Berrettini con la semifinale a questi US Open, ci ha regalato un campione, un giocatore forte sia tennisticamente parlando che di testa, capace di giocare bene su tutte le superfici e che, se il fisico non gli darà problemi, potrà stazionare stabilmente tra i top 10 per molto tempo nei prossimi anni. Attualmente Berrettini ha 23 anni, è numero 13 del mondo e 9° nella race che porta alle finali di Londra. Non ha punti da difendere in questo ultimo spicchio di stagione, è in grande condizione psicofisica e può inseguire un posto tra i magnifici 8 che a Londra i quali prossimamente, alla O2 Arena, si contenderanno il titolo di maestro.

Ma l’obiettivo è a lungo termine: stare tra i migliori del mondo, andare più volte alle ATP Finals, giocare costantemente la seconda settimana degli Slam. Poi se sarà lui il tennista capace di riportare in patria una prova dello Slam dopo Adriano Panatta è un discorso secondario. Già è significativo che, a soli 23 anni, sia stato il primo italiano a disputare una semifinale Slam sul cemento. L’Italia ha trovato un campione affidabile che può essere un punto di riferimento per tutto il movimento, e che può fare crescere i giovani, come l’altro nastro nascente Jannik Sinner.