The Wall dei Pink Floyd compie 40 anni: significato e canzoni album

Pubblicato il 7 Novembre 2019 alle 11:30 Autore: Mauro Biagi
The Wall dei Pink Floyd compie 40 anni: significato e canzoni album

Il 30 Novembre 1979 Pink Floyd pubblicarono uno dei dischi più iconici della storia della musica: The Wall, album numero 11 per la band britannica e ancora oggi, dopo quarant’anni, un disco molto amato. Difatti fin dal suo esordio questo album doppio riscosse un ampio successo.

L’antefatto dell’album

The Wall non nacque per caso. Roger Waters, il bassista del gruppo, autore in larghissima parte dell’album, trasse spunto da un episodio capitatogli il 6 Luglio 1977 durante un concerto a Montreal. In quell’occasione sputò in direzione di uno dei fan in prima fila, che lo stava infastidendo. Il gesto innescò una reazione a catena. In quel momento il bassista sentì il bisogno di porre un muro fra la band e il suo pubblico. È quel che fa, in questa opera rock, l’alter ego del bassista: Pink

Pink, il protagonista di The Wall

Il concept dell’album si basa tutto su Pink, personaggio ispirato a Roger Waters e, in parte, a Syd Barrett. Pink è una rockstar che, a causa dei propri trascorsi (la morte del padre, l’iperprotettività della madre, la spersonalizzazione della scuola, il divorzio dalla moglie, la dipendenza dalle droghe…), costruisce un muro psicologico invalicabile per proteggersi dal mondo. Chiuso nel suo isolamento, il protagonista è anche manipolato dai suoi produttori, che lo salvano da un’overdose al solo scopo di non fargli mancare il concerto in programma (Comfortably Numb). Pink alla fine capisce che per abbattere questo muro la strada è una sola: compiere un “viaggio” interiore ed esaminare la propria vita. Alla fine, dopo un “processo” mentale (descritto in The Trial), con veri e propri testimoni, accusa, difesa e giudice, è condannato ad abbattere il muro, abbandonando le proprie difese e confrontandosi con il mondo.

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The Wall: un viaggio lungo 26 tracce

The Wall è un doppio album, composto da 26 canzoni, quasi tutte ad opera di Roger Waters. Il chitarrista David Gilmour collaborò solo a Young Lust, Run Like Hell e Comfortably Numb, Bob Ezrin, co-produttore e musicista, a The Trial. Le canzoni spaziano da momenti più rabbiosi (One Of My Turns) a ballad come Nobody Home. Una particolarità è l’inserimento di suoni che richiamano elementi bellici, ad esempio l’elicottero di The Happiest Days Of Our Lives ,ispirata al padre di Waters, morto ad Anzio nel 1944. In tutto l’album, Waters riesce ad amalgamare con maestria elementi di musica classica in una struttura essenzialmente rock.

Le tracce di The Wall sono: Disco 1 – Lato A: In The Flesh?, The Thin Ice, Another Brick In The Wall Part I, The Happiest Days Of Our Lives, Another Brick In The Wall Part II, Mother. Lato B: Goodbye Blue Skies, Empty Spaces, Young Lust, One Of My Turns, Don’t Leave Me Now, Another Brick In The Wall Part III, Goodbye Cruel World. Disco 2 – Lato A: Hey You, Is There Anybody Out There, Nobody Home, Vera, Bring The Boys Back Home, Comfortably Numb. Lato B: The Show Must Go On, In The Flesh, Run Like Hell, Waiting For The Worms, Stop, The Trial, Outside The World.

Un successo planetario

Il successo di The Wall fu enorme: fu l’album più venduto del 1980 negli USA e uno degli album doppi più venduti della storia. Secondo la rivista Rolling Stone, è 87° nella lista dei migliori 500 album e anche in Italia raggiunse la prima posizione nelle classifiche. I live shows furono altrettanto spettacolari, al punto che i Pink Floyd non si esibirono più dal vivo fino all’abbandono di Roger Waters nel 1985. Dopo l’uscita di The Final Cut, secondo il batterista Nick Mason, autore di Inside Out – La prima autobiografia dei Pink Floyd, la band non prese neanche in considerazione l’idea di un tour, in quanto riteneva che non sarebbe mai stato all’altezza di quello di The Wall.