Lotito domani compie 15 anni come presidente della Lazio

Pubblicato il 18 Luglio 2019 alle 16:49 Autore: Lorenzo Annis

Lotito domani compie 15 anni come presidente della Lazio

Era il 19 luglio 2004 quando Claudio Lotito diventava il nuovo presidente della Lazio. I biancocelesti arrivavano dalla florida epoca Cragnotti, che nel 2000 toccò il suo punto più alto con la conquista del secondo scudetto nella storia dei capitolini.

In questi ultimi quindici anni, la Lazio si è comunque mantenuta al top nei confini nazionali vincendo anche diversi titoli, ovvero quattro Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. In occasione di questo importante anniversario, Lotito ha rilasciato in esclusiva un’intervista al Corriere dello Sport. Andiamo a vedere cosa ha detto.

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Lotito non si pone limiti

Il presidente della Lazio non si è mai posto limiti e continua su questa linea: “Lavoriamo per approdare nell’olimpo del calcio internazionale. Potevamo raggiungere la Champions l’anno scorso e due anni fa, ma abbiamo vinto dei trofei, la strada è giusta. Non ci dobbiamo porre limiti e neppure aspettative. Lavoriamo per migliorarci, vedremo. La Lazio non sarà mai indebolita, ma sempre rinforzata“.

Il sogno nel cassetto è però lo Scudetto:Vincerlo? Se abbiamo messo un premio… Ma i traguardi si raggiungono, non si evocano. Dire che vogliamo vincerlo sarebbe improprio, legato a false aspettative, ma lavoriamo per crescere e raggiungere il massimo. Il divario sportivo non è così marcato come dicono i conti. Quello che è successo in Inghilterra con il Leicester può accadere in Italia“.

Lotito rinnova la sua voglia di Lazio e non molla:Spero di lasciare la società a mio figlio, vorrei dare continuità a un progetto. La Lazio ha realizzato un processo di risanamento mai riuscito prima e dopo la Juve abbiamo vinto più di tutti in Italia“.

Infine, qualche parola anche sul calciomercato, dove Milinkovic Savic resta molto ambito:Abbiamo capito che non si possono obbligare le persone a svolgere il proprio ruolo in un ambiente in cui si sentono strette. Non è il caso di Sergej. Ha dimostrato affetto, responsabilità, serietà. Dipenderà dagli eventi e non dalla società. L’anno scorso ho respinto tutti gli assalti, quest’anno si potrebbe proporre un problema di rispetto se il giocatore dovesse prospettare una soluzione diversa. Potrei avere meno armi per respingere gli attacchi, alcune le ho spese l’anno scorso. Valuteremo con la massima comprensione la volontà del giocatore per un fatto obiettivo di correttezza dei rapporti“.

L'autore: Lorenzo Annis

Nato il 1° luglio del 1996, è nel Termometro Politico dal 2017. Scrive prevalentemente di sport dividendosi tra pallone e pedali, le sue più grandi passioni sportive.
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